Maltese > La storia
Maltese > History
È sorprendente il grande sviluppo che questa razza ha avuto in tutto il mondo. Dall’Europa si è diffusa negli U.S.A. e in Oriente. Vediamo i cenni storici che sono i nostro possesso. Il Maltese è una razza molto antica. Quasi tutti i testi che parlano del Maltese hanno pubblicato questi versi di Marziale dedicati a Issa, piccolo maltese di Publio, governatore romano di Malta, per testimoniare da quanti secoli questo cane delizioso viene apprezzato.”Questo piccolo cane può dirsi figlio ella spuma del mare, delle bollicine di sapone, dei fiocchi di neve e ancora il cane delle fate, dei folletti e dei sogni.” Ma a parte ogni romantica definizione il maltese è una piccola meravigliosa creatura vivace, allegra ed intelligente.
The large success earned by this breed all over the world is certainly unique. From Europe it has spread to the USA and to the East. Let’s go through some history to better understand the variety. Lorenzo Costa the Elder, (1460 - 1535), Italian painter born in Ferrara, is one of the most important artists from the Ferrarese School. In his painting, dating 1508 titled “Dame with small dog”, he portraits Isabella d’Este or Eleonora Gonzaga, with a dog - clearly a Maltese - which the she keeps on her lap.
Lorenzo Costa (1460-1535) detto anche Il Vecchio, pittore italiano, nasce a Ferrara ed è uno dei più importanti artisti della scuola Ferrarese. Nel suo ritratto di “Dama con cagnolino” forse è Isabelle d'Este o Eleonora Gonzaga, del 1508, è ben riconoscibile la testa di un Maltese che la donna tiene in grembo.
Lorenzo Costa the Elder, (1460 - 1535), Italian painter born in Ferrara, is one of the most important artists from the Ferrarese School. In his painting, dating 1508 titled “Dame with small dog”, he portraits Isabella d’Este or Eleonora Gonzaga, with a dog - clearly a Maltese - which the she keeps on her lap.
La sua origine è antica. Come quasi tutte le razze Italiane il Maltese affonda le sue radici negli albori della civiltà dell'uomo. Sulle sue origini vi sono ancora incertezze, circa la sua collocazione spazio-temporale, ma non ci sono dubbi che sia una delle razze più antiche, infatti c' una prova certa della sua esistenza già ai tempi dell'impero romano. Ma è d'obbligo citare ciò che scrisse Plinio il Vecchio (23-79a.C) nella sua opera “Naturalis historia”che non ha dubbi nell'affermare che esso sia originario dell'isola di Malta. Un'altra ipotesi vuole che il nome derivi dal latino e precisamente dall'isola di Meleda situata nel Mar Adriatico, presso le coste della Dalmazia, dove la razza sarebbe esistita già 500 anni prima di Cristo. . Meleda . Melita . Malta Questi 3 nomi hanno in comune la radice della parola semitica (psi tradotta dal greco) Malàt, che significa rifugio, vale a dire porto. Questi piccoli cani, infatti, erano presenti negli antichi porti e il loro compito era di tenere liberi da topi e ratti i magazzini costieri e le navi. Ai tempi dei Romani venne quindi chiamato “Canis Melitensis” , e divenne il cane da compagnia delle nobildonne. Nel 1800 il suo nome è stato definito come “Maltese”. Il nome “Canis Melitensis”, con cui era conosciuto dai Greci e dai Romani, deriva comunque dall’isola di Malta, la cui civiltà era molto sviluppata già intorno al 1500 a. C. Tale isola era uno dei più importanti centri commerciali dell’antichità e da qui il Maltese si diffuse in tutto il Mediterraneo, ma di ciò non esiste alcuna documentazione storica. Alcuni fanno discendere il Maltese da cani di tipo Spitz allevati in Europa centrale e da lì portati in Italia e in Grecia, poi si diffuse in tutto il Mediterraneo, passando attraverso il centro commerciale dell’isola di Malta. Si ipotizza che si sia diffuso anche verso oriente e che abbia contribuito alla formazione di cani come il Lhasa Apso ed il Pechinese. In origine gli esemplari di Lhasa Apso erano molto più piccoli degli attuali e quelli di Pechinese assai diversi.
This breed’s origin is ancient: as for almost every Italian dog breed, the Maltese origin dates back to the beginning of human civilization. There is still much controversy especially regarding when and where it first originated, but there is no doubt that this is one of the most ancient breeds: we have certain proof of the fact it existed as early as the roman empire. Furthermore, it is essential to mention that Pliny the Elder (23 - 79BC) in his “Naturalis Historia” stated without any doubt that this breed came form Malta. Another theory says that the name Maltese comes from the Latin name of an isle called Meleda, which is to be found in the Adriatic Sea, near the Dalmatian coastline, where the breed is said to have existed ever since 500BC. Meleda, Melita, Malta: three names with the same Hebrew word: Malàt, which means refuge, shelter thus also port, harbour. Rightly enough, these small dogs used to be found in ports and harbours and their task was to keep mice and rats away from the warehouses, the docks and the ships. During Roman times, it was then named Canis Melitensis and encountered the favours of many noble ladies. In the 1800 the breed acquired the name we know nowadays, Maltese. The name Canis Melitensis”, by which it was known in ancient Greece and Roman times, comes however from the Isle of Malta, which inhabitants set up a well organised civilization since 1500BC; this island used to be one of the most important commercial hubs of the Mediterranean Sea and from here the Maltese breed spread across the whole Mediterranean area, but there is no historical documentation to support this. Some believe that the Maltese breed descends from the type of dogs called Spitz, bred in central Europe and from there brought to Italy and Greece, which then spread to the whole Mediterranean Sea and through Malta. There is a theory that suggests that the diffusion of this breed went as far as nations of Asian and contributed to the birth of breeds such as the Pechinese and Lhasa Apso. Originally, Lhasa Apso used to be a lot smaller and Pekinese almost didn’t resemble the dogs we know nowadays.
Hans Memling, pittore di impronta Fiamminga, nel “Trittico della vanità e delle divinità divine” (1477c.) dipinge un Maltese nella pala centrale ai piedi di colei che rappresenta la Vanità.
Hans Memling, Flemish painter, depicts a Maltese dog lying at the feet of the figure portraying Vanity in his Triptych of Earthly Vanity and Divine Salvation.
In Egitto è stata trovata una rappresentazione del Maltese datata 600 – 300 a.c. Sono state trovate rappresentazioni del Maltese su vasi greci rinvenuti a Vulci e datati 500 a. C. Le classi sociali più elevate della società greca tenevano i Maltesi in grande considerazione. Tali cani erano noti per la grande devozione verso il padrone ed Aristotele (384 – 322 a. C.) scrisse un breve trattato sulla razza. Anche Timone (200 a. C.) descrisse questi piccoli cani allevati presso la popolazione dei Sibariti, i quali condividevano con i Maltesi gli aspetti più lussuosi della loro vita. Nel 264 a. C. Callimaco scrisse alcuni dettagli circa i piccoli cani importati da Malta, molto amati dalle donne che li portavano in braccio e a letto con loro. Callimaco riportò che tali cani venivano usati a scopo terapeutico. Mettendo infatti il maltese sulla parte dolorante, specie lo stomaco, sembrava che alleviassero il dolore grazie al loro calore. Degli scritti di dubbia provenienza dicono anche che una volta scomparso il dolore, il cane veniva ucciso in quanto dentro di lui abitava “il maligno”. Quando i Romani assunsero il controllo del Mediterraneo, il cane Maltese fu documentato con molta precisione. Lo classificarono come cane da compagnia e lo diffusero nella penisola italiana. Lo descrissero come un piccolo cane dal pelo lungo e setoso, con la coda arricciata e ben fornita di peli. Si registra che l’imperatore Claudio era proprietario di un Maltese. Possedere un cane di tale razza era di moda per le persone ricche e potenti.
In Egypt was found a representation of a Maltese dog dated 600-300BC. Other representations of Maltese dogs are to be found on Greek vases and pots found in Vulci, dating back to the 500BC. The higher classes in Greek society used to highly regard the Maltese dogs for their loyalty and devotion for their owner and Aristotle (384 - 322BC) wrote a short treatise about this breed. Timon of Phylus (200BC) described these small dogs, raised by the population of Sybaris, sharing some of the most luxurious comforts with their owners. In 264BC, Callimachus wrote about the small dogs imported from Malta, much beloved by women who used to carry them and let them sleep with in their beds. Callimachus also reported that the Maltese dogs were used therapeutically: thanks to their warmth they were able to relief stomach pains by simply putting them on the painful part. Some other - less reliable - sources report that the dogs, once the pain was finally gone, were killed because the “evil” causing the pain was now inside them. When the Roman Empire extended its domination over the whole Mediterranean Sea, The Maltese dog breed was finally thoroughly documented: it was classified as pet dog for the first time and it’s diffusion throughout Italy begun. The Romans described the Maltese as a small dog with silky, long hair, curly and furry tail. The Emperor Claudius was an owner of a Maltese dog: at that time owning a dog of such a breed was a fashionable statement among rich and powerful people.
Il Pollaiouolo – Nella raffigurazione del “L'Arcangelo Raffaele e Tobiolo” davanti a Raffaele incede un cagnolino, citato nel passo biblico come compagno di Tobia, che volle seguirlo in viaggio. Qui il Vasari afferma che il cagnolino è un Maltese. (Galleria Sabaudia – Torino)
Pollaiuolo - “The Archangel Raphael and Tobiolo” In front of Raphael appears a small dog, referred to as Tobia’s pet in the Bible, which wanted to follow him in his travels. Vasari here states that the small dog is indeed a Maltese. (Sabaudia Gallery - Turin)
Strabone (63 a. C. – 21 d. C.) afferma che i popoli del basso Mediterraneo possedevano una razza canina nana dal pelo fluente e candido, che chiavano Cane Melitoeus, forse proveniente dalla Dalmazia. Quindi descrisse il Maltese come il più piccolo cane esistente, dal carattere brillante e devoto, degno di sedere sul trono insieme al principe. Plinio il Vecchio (23 – 79 d. C.) parlò del Maltese come un cane bianco, pur ammettendo l’esistenza di esemplari neri e bianchi. È indubbio che in epoca romana il Maltese era diffuso in tutto l’Impero e la sua presenza perdurò anche dopo la sua caduta, sia nell’Impero d’Occidente che in quello d’Oriente. Durante il Medioevo non si hanno più notizie relative al Maltese. Documentazioni ben precise ricomparvero durante il Rinascimento in tutta Europa, mentre in oriente l’allevamento di questa razza non era mai stato interrotto. Nel Rinascimento il Maltese riapparve nell’arte e nella letteratura di tutta Europa. Le tele, gli arazzi e anche le terrecotte che raffigurano questa razza sono davvero tante e di tutti i tempi. Da Lorenzo Costa (scuola italiana) Breughel e Memlig (scuola fiamminga), Durer (scuola tedesca),Van der Venner (scuola olandese), Goya (scuola spagnola) e molti altri sparsi in tutto il mondo.
Strabo (63BC - 21AD) states that southern Mediterranean people used to have a dog breed with candid and wavy fur, which they called Melitoeus, coming probably from Dalmatia. Then he described the Maltese as the smallest existing dog, with a smart and devoted, deserving to sit on a prince’s throne. Pliny the Elder (23 - 79AD) mentioned the Maltese describing it as a white dog, however he also admitted that some black and white ones existed. It is clear that in Roman times the Maltese encountered a capillary diffusion throughout the empire and its existence continued even after the fall of the Roman Empire, both in the Western and in the Eastern Roman Empires. During the Middle age, all signs of the Maltese were lost. Very precise descriptions appeared back during the Renaissance throughout Europe, while in Asia the raising of this breed never actually stopped; during the Renaissance the Maltese reappeared in art and literature throughout Europe. Many are the instances, in paintings, tapestries, even in terracotta items, which portray this breed. It can be found in many paintings from Lorenzo Costa (Italian school), Breughel and Memlig (Flemish school), Durer (German school), Van der Venner (Dutch school) Goya (Spanish school) and from many other painters everywhere in the world.
Joshua Reynold (1723-1792) fu uno dei più importanti e influenti pittori del XVIII secolo in Gran Bretagna e uno dei fondatori della Royal Accademy, e realizzò questo ritratto a Nelly O'Brian, dama dell'alta società che posa seduta con in braccio un Maltese.
Joshua Reynolds (1723 - 1792) was one of the most important and influential paintings of the 18th century in the United Kingdom and made this portrait of Nelly O’Brian, high society dame, modelling sitting with a Maltese on her lap
Il Maltese comparve in Inghilterra durante il regno di Enrico VIII (1509 – 1547). La Regina Elisabetta I, figlia di Enrico VIII, era proprietaria d un Maltese. Il medico della regina Elisabetta I, Johannes Caius , come Callimaco, attribuiva al Maltese proprietà curative per il mal di stomaco e di petto, grazie al calore emanato dal suo corpo. Questo piccolo cagnolino bianco fu raffigurato in diversi dipinti, che troviamo in Italia, Inghilterra, Francia ma anche oltreoceano. Ci sono antichissime foto del 1800 raccolte nel American Museum Natural History, come nel Libro della Natura di Buffon appare il “Chien the Malta”. Anche la Regina Elisabetta I d' Inghilterra si è fatta ritrarre con il suo Maltese nel giardino di Wanstead. Per rimanere in Italia ricordiamo che Giuseppe Verdi fu un grande amante di questa razza, tanto che seppellì il suo Loulou, morto nel 1861, nel giardino di casa sua, a Villa S.Agata, di fronte alle sue stanze, con la dedica : “alla memoria di un grande amico”. Si parla che il musicista non si separasse mai dal suo cagnolino, nemmeno a teatro o alle prove. Di Loulou rimane anche un ritratto nella camera di Giuseppina.
The Maltese appeared in Britain during the reign of Henry VIII (1509 - 1547); Queen Elisabeth I, his daughter, owned a Maltese. The queen’s doctor, Johannes Caius, as did Callimachus, used to cure stomach and chest pain using a Maltese dog because of its comfortable warmth. These small white dogs was portrayed in many paintings which can be found in Italy, UK, France and even across the Atlantic in America; there are antique photographs from the 1800 with Maltese dogs in them, collected in the American Museum of Natural History as the Maltese, called Chien de Malta appears also in Buffon’s “Book of Nature”. Furthermore, Queen Elisabeth I got herself portrayed with a Maltese in the gardens of Wanstead. Italian testimony of this ancient breed, though in recent times, was Giuseppe Verdi who was a great lover of the breed. He was so fond of it that he buried his Lolulou in 1861, in his own garden within Villa Sant’Agata, just outside his bedroom, with the inscription “to the memory of a great friend”. It is said that he would never part from his dog, not even in theatre or during rehearsals. Loulou is also portrayed in a painting in, Verdi’s wife, Giuseppina’s bedroom.
Anche il celebre critico Francesco De Sanctis (1817/1883) ebbe per amico un maltesino. Angelo dell'Oca Bianca, pittore (1858/1942) aveva un maltese chiamato “Fifi”, che ritrasse con la sanguigna e dove scrisse “All'amico Fifi, l'omaggio di un cane”
The famous critic Francesco de Sanctis (1817 - 1883) had a small Maltese. Angelo dell’Oca Bianca, painter (1858 - 1942) had a Maltese named Fifi, portrayed in his painting where he wrote “To my friend Fiif, the homage of a dog”
Ritratto di Henry the Pious e di sua moglie Katerina von Mecklemburg con il suo Maltese.
Portrait of Henry the Pius and his wife, Katerina von Mecklemburg, with her Maltese.
Tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 la razza, dall’Inghilterra, si diffuse in Canada e negli Stati Uniti, dove divenne molto popolare ed i Maltesi erano esposti regolarmente alla famosa esposizione Di Westminster. Da allora la razza è andata aumentando sempre di più dal punto di vista numerico, fino a diventare tra le più allevate negli Stati Uniti. In Italia gli allevamenti più noti agli inizi del 1900 furono quelli della Sig.ra Nadja Colombo (1930) e della professoressa Bianca Tamagnone con l'allevamento Gemma.
Between the 1800 and the early 1900, the Maltese migrated from the United Kingdom to Canada and the United States, where it became very popular. Maltese dogs were regularly shown at the Westminster exhibition. Since then the Maltese breed grew in number to the point of being one of the largest breeds in the US. In Italy, the most important breeders were, in the early 1900, Mrs Nadia Colombo (1930) and Professor Bianca Tamagnone and her kennel named Gemma.
Maltesi del'Allevamento Electa
Maltese dogs at the Electa Kennel
Sig.Colombo con i suoi cani
Mrs. Colombo with his dogs.
Capostipite del successo di questo allevamento fu proprio un soggetto della sig.ra Colombo : “Electa Pucci”. C'era molta confusione per quanto riguardava le misure effettive di questo cane, specie fra Italia e America. Lo standard del Maltese fu finalmente presentato dal Prof. Giuseppe Solaro e riconosciuto dall'ENCI nel 1954 . La signora Tamagnone, già nel libro “I cani di razza Italiana” (Editoriale Olimpia) del 1980, già scrive: “sul mercato italiano i Maltesi piccini piccini come chihuahua sono all'ordine del giorno, sulla scia della vecchia ed errata affermazione dello standard prima maniera “il più piccolo è il migliore”. Gruppi di allevatori esteri selezionano imperterriti questo tipo, confrontati dai giudici locali che li premiano. Sta all'ENCI difendere gli standard delle razze riconosciute italiane, affinchè si ottenga una sana uniformità di allevamento e giudizi” Mai dichiarazione è tutt'oggi attuale!
The first successful specimen of this kennel was Mrs Colombo’s “Electa Pucci”. However there was a big confusion about the correct size of this dog breed, especially between America and Italy. The Maltese standard was eventually introduced by Professor Giuseppe Solaro and embraced by ENCI (the Italian canine breeds regulatory body) in 1954. Mrs Tamagnone, in her book “Italian Pedigree Dogs” published by Olimpia in 1980, wrote: “Many tiny Maltese dogs, as small as Chihuahuas, exist in the Italian dogs markets because of a wrong and outdated motto ‘the smaller, the better’. Many breeders groups from abroad keep selecting the smallest size, which is then reinforced by judges who reward them with prizes. It should be an ENCI responsibility to protect the standard of Italian recognised breeds, so that a healthy uniformity is achieved”. A truly accurate and up to date statement even nowadays!
La professoressa Bianca Tamagnone dell'Allevamento Gemma con 3 soggetti.
Professor Bianca Tamagnone, Gemma kennel, with three specimens..
Ci fu poi un periodo di declino della razza che si riprese grazie al lavoro dell’allevamento dei Contini e poi dell’allevamento “Minuetto”. Una svolta nello sviluppo della razza in Italia fu data sicuramente dall’importazione da parte dell’allevamento “Cinecittà” nel 1990 del soggetto americano Shanlin’s Lally O’Malley.
After this the Maltese breed experienced a decline, fortunately stopped by the efforts of the Contini kennel and later by Minuetto kennel. A turning point in the Maltese breed development was the acquisition of the American specimen named Shanlin’s Lally O’Malley by the Cinecittà kennel in 1990.
Da allora altri allevatori italiani hanno importato Maltesi americani, contribuendo alla rinascita della razza. Purtroppo ora il Maltese è nuovamente in pericolo a causa di una massiccia importazione dall’estero di soggetti di scadente tipicità e forse di una ancora maggiore produzione di pessimi soggetti in Italia. Anche oggi, a causa di una diffusa disinformazione, mi vengono continuamente richiesti Maltesi “toy”. Le spiegazioni circa lo standard del Maltese che cerco di dare portano quasi esclusivamente al fatto che il futuro proprietario si rivolga ai venditori che promettono una cosa che non esiste e che causerà loro soltanto delusioni. Senza un’adeguata “politica” da parte dell’ENCI, però, non sembra intravedersi una soluzione al grave problema che sta nuovamente mettendo in pericolo la razza.
Since then many other breeders have imported Maltese dogs into Italy, contributing to the rebirth of the breed. Unfortunately the Maltese is now under threat again by the massive import of foreign low quality specimens and even more so by the breeding of sub-standard specimens in Italy.. Even nowadays, because of the incorrect information available to the public, I am constantly asked for “Toy Maltese” dogs. I always try to explain that these requests will almost certainly bring disappointment to the prospective owner because he is asking something which does not exist. Without adequately strict policies by ENCI, unfortunately, I cannot seem to be able to envisage a solution to this serious problem that is, once again, endangering the Maltese breed.