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Esistono documenti rigorosi per quanto riguarda l'evoluzione delle razze artificiali, quelle cioè nate da incroci e selezioni effettuate dall'uomo in tempi relativamente recenti.
Al contario, ricostruire la storia delle razze naturali - come il nostro Bolognese - risulta assai problematico, perchè non esistono documentazioni specifiche a riguardo. Mettendo però insieme alcune tracce lasciate da questa adorabile razza, scopriamo che le sue radici si perdono nella notte dei tempi. Ma prima bisogna fare una precisazione.
In principio non c'era una netta distinzione tra Maltese e Bolognese. Grazie ad alcune testimonianze lasciate da grandi studiosi greci e alle opere di noti artisti del passato, scopriamo l'esistenza di un cagnolino bianco che assomiglia vagamente alle due razze attuali. Ma non ha nè il pelo liscio come il Maltese, nè a boccoli come il Bolognese.
Anche il nome, del resto, conferma la loro medesima origine. Aristotele, nel 350 a.C., parla infatti di piccoli cani da compagnia con l'appellativo di Melitensis. Si è molto discusso sull'etimologia della parola Melitensis ed esistono varie interpretazioni a riguardo. Secondo alcuni Aristotele si riferiva all'isola di Malta. Secondo altre ipotesi egli voleva indicare la città siciliana di Melito che, al tempo, era una colonia ellenica. In effetti, anche lo storico greco Strabone, vissuto tra il 66 a.C. e il 24 d.C., parla di piccoli cani bianchi allevati proprio in questa città. Il filosofo Teofrasto (371-286 a.C.) ci dà un'ulteriore conferma, narrando di un cagnolino Maltese.
Più tardi, intorno al 79 d.C., anche Plinio il Vecchio riferisce di alcuni cagnolini Melitei. Dopo di che, le tracce del nostro amico si perdono. Prove tangibili della sua presenza le ritroviamo nel XV sec,durante il Rinascimento, quand'esso viene spesso ritratto dai più noti pittori del tempo. Nel 1496 è il Carpaccio a fornirci un'importante testimonianza , nell'opera "Miracolo della reliquia della croce di San Marco" ( Galleria dell'Accademia - Venezia). Altre tracce le ritroviamo nelle corti europee, dove il Bolognese è presto diventato compagno di salotto di nobili donne e prezioso oggetto di scambio fra i potenti. Fonti storiche documentano che, verso la metà del Cinquecento, il Bolognese ha conquistato i cuori dell'aristocrazia italiana ed europea.
Many rigorous documents exist regarding the evolution of artificial breeds, which are born from mixed ancestry and selections made by humans in relatively recent times. On the other hand, it is difficult to ascertain the history of natural breeds, such as the Bolognese, because of the lack of documentation regarding these breeds.
The only way to find its roots is to put together many different clues and this shows how ancient this breed is and an interesting fact emerges: many years ago the Bolognese and the Maltese didn’t have a clear distinction. Thanks to many testimonies by ancient Greek literates and many artworks by ancient artists, we discover the existence of a tiny white dog which vaguely resembles both breeds, although it doesn't have either a straight coat like Maltese or curly fur like the Bolognese. Even the name confirms their origin: Aristotle, in 350BC, mentions small dogs with the name of “Melitensis”. The origin of the word 'Melitensis' has been much discussed and there are various interpretations about it. According to some, Aristotle referred to the isle of Malta but according to other accounts he referred to the Sicilian town of Melito, which in those times was a Greek colony. Furthermore, the historian Strabo (66 BC- 24 AD), talks about little white dogs that were also bred in Melito.
The philosopher Theophrastus (371-286 BC) gave us another confirmation by referring to a tiny dog with the name Maltese. Later around 79AD Pliny the Elder tells of some little Melitei dogs. After that, we completely loose any account of the history of these dogs, until the 15th century during the Renaissance times, when it's often portrayed by famous painters of that time. In 1496 the painter Vittore Carpaccio left an important testimony in the painting “Miracle of the relic of Saint Marc's cross”. We find other traces of Bolognese breed in many European courts, where the Bolognese soon became a companion dog of noblewomen and a precious object of exchange between powerful people. Historical sources document that near the middle of the 16th Century the Bolognese conquered the hearts of both Italian and European aristocracy.
Questi nobili proprietari, infatti, amavano molto farsi ritrarre in compagnia dei loro amici a quattro zampe, divenuti ormai simbolo di raffinatezza e anche di un certo status. Ecco alcune prove inconfutabili di questa aristocratica tendenza. La prima è il "Ritratto di coniugi ", di Lorenzo Lotto (1523-24 - San Pietroburgo, Museo di stao Ermitage). La donna tiene fra le braccia un piccolo cane bianco a metà fra un Bolognese ed un Maltese. Qualche anno dopo Tiziano realizza il "Ritratto di Federico Gonzaga " (1525-30), dove anch'egli è immortalato in compagnia del suo prezioso cagnolino. Un'ulteriore conferma del grande pregio di cui questa razza godeva, è riscontrabile in un'altra opera di Tiziano, in cui egli affianca addirittura a Venere, dea della bellezza, un piccolo cane bianco che, innegabilmente, è un antenato del Bolognese . L'opera è intitolata "Venere con organista, amorino e cagnolino " La duchessa d'Alba invece ha scelto Goya per farsi ritrarre insieme al suo candido amico -"Ritratto della duchessa d'Alba" (1795 - Collezione del duca d'Alba, Madrid). Come già accennato, oltre ad essere simbolo di un certo status, il Bolognese diventa presto un prezioso dono che la nobiltà europea si scambia in segno di amore o rispetto. Il duca d'Este ad esempio ha donato una coppia di Bolognesi a Filippo II di Spagna (1527-1598).
These noble owners loved to be portrayed together with their precious friends, who by that time had almost become a symbol of refinement, and considered a status symbol by many. Here are some irrefutable proofs of this aristocratic tendency. The first one is the “Portrait of spouses” by Lorenzo Lotto (1523-24) - Hermitage State Museum, St Petersburg. In this painting the lady holds in her arms a small white dogs, somewhere between a Maltese and Bolognese; a few years later, 1525-1530, Titian paints the 'Portrait of Federico Gonzaga', where the Duke is portrayed with his beloved little dog too. Another instance confirming the high regard of this breed, is yet another artwork by Titian, where, besides Venus goddess of love and beauty, he depicts a tiny white dog that is undeniably an ancestor of the Bolognese. The title of this painting is “Venus with organist, Cupid and small dog”. Further testimonies are Goya, chosen by the Duchess of Alba, t produce a painting of her with her candid white companion dog - “Portrait of Duchess of Alba” (1795) . As mentioned before, the Bolognese being regarded as a Status Symbol, they soon became precious gifts that nobles used to exchange as a sign of love or respect. The Duke of Este, for instance, gave a couple of Bolognese dogs to Philip II of Spain (1527-1598).
Luigi XV di Francia (1715-74), grande appassionato di cinofilia, fece omaggio di questi piacevoli cani alla sua amante, la marchesa di Pompadour. Cosimo de Medici il Vecchio (1389-1464) ha regalato ai nobili del Belgio addirittura otto esemplari di questa razza! Una coppia di Bolognesi venne regalata anche da Umberto di Savoia alla sua futura sposa Maria Josè del Belgio. Anche Caterina la grande di Russia (1729-96), dal canto suo, possedeva molti Bolognesi. Con l'avvento dell'Ottocento, sia per problemi legati alle guerre, sia a causa dei vari cambiamenti in corso nella società, il Bolognese tende a scomparire o ad essere selezionato ed allevato in maniera diversa. In Russia nasce ad esempio il Bolonka, che però non ha molto in comune con il nostro attuale standard, come ho potuto constatare di persona. Il Bolonka non è stato riconosciuto come razza a sè stante. Antichi ceppi di Bolognesi sono rimasti in Olanda, Belgio, Polonia, Francia e Svizzera. Soprattutto nelle linee belghe e olandesi ho riscontato soggetti abbastanza tipici. Il Bolognese è una razza festosa ed intelligente che ha rischiato l'estinzione. Proprio l'Italia, la sua patria d'origine, non è riuscita a garantire coerenza ed omogeneità a quei pochi esemplari presenti nel territorio . Oggi, grazie al duro lavoro di alcuni veri appassionati, il Bolognese non corre più questo pericolo. Anche se non tutti gli esemplari si avvicinano in maniera soddisfacente allo standard e, anche se in molti allevatori e giudici si nota poca coerenza, si è giunti tuttavia ad una certa omogeneità nei soggetti. Ma c'è ancora tanto lavoro da fare. Io spero che questa adorabile razza continui a diffondersi in tutta Europa, anche nei paesi dove ancora non è conosciuta, perchè è un cane veramente ideale da tenere in casa, capace di dare molte soddisfazioni.
Louis XV of France (1715-74) made a gift of these dogs to his lover Madame Pompadour. Cosimo the Elder, of the Medici, (1389-1464) gave eight examples of the breed as presents to the nobles of Belgium! Umberto of Savoy also gave a couple of Bolognese puppies to his future wife Maria José of Belgium. Also Catherine the Great of Russia (1729-1796) owned many Bolognese specimens. Belgium. Also Catherine the Great of Russia (1729-1796) owned many Bolognese specimens. With the advent of 800 AD, whether due to wars, or the changes in the structure of society, the Bolognese breed tended to go out of favour, or was bred and selected in different ways thus almost disappeared In Russia, for example, there are breeds of dogs named Bolonka, to which links with the Bolognese have not been recognised and do not have much in common with the Bolognese standard, as I had the chance to observe personally. To this day ancient lines of Bolognese can be found in the Netherlands, Belgium, France and Switzerland. It is mostly in the Belgian and Dutch lines that I've found good examples of the breed. The Bolognese is a cheerful and intelligent breed which once was indeed close to extinction. . Italy itself, the breed’s land of origin, has not managed to preserve the coherence and homogeneity among the few specimens left. Today, thanks to the hard work of some real dog lovers, the threat of extinction is no more. no more. Even if some Bolognese examples do not approach the standard in a satisfactory way and many breeders and judges have scant idea of how a typical Bolognese should look, we have reached a certain level of a true genetic type within the breed, but there's still a great deal to be done. I hope that this adorable breed continues to be popular across Europe, even in countries where it is not yet known, because Bolognese is the ideal family companion able to gift their owners with great satisfaction.